di Tano Siracusa

“Alla fine degli anni ’80 andare in centro, a Plaza del Rei, nelle Ramblas era pericoloso, era tutto buio”. Lo ricordava una trentenne che gestisce un piccolo B&B nei pressi stazione Sants. Un quartiere tranquillo, chiuso al traffico, con una grande piazza dove si affacciano locali e ristoranti, qualche artigiano, una libreria che ospita frequenti incontri culturali.
Oggi dal quartiere di Sants si può raggiungere con facilità il centro spostandosi con la metropolitana o gli autobus. Di sicuro a Barcelona l’uso dell’automobile, pur presente, ha molte e convenienti alternative.
Con le Olimpiadi del ’92 Barcelona ha avviato un complesso di interventi urbanistici e di ammodernamento del sistema di mobilità che ha reso la metropoli facilmente e piacevolmente percorribile.
Dai parcheggi sotterranei si sale e si scende, come dalle stazioni del metro, si attraversano i camminamenti a passo svelto, si scivola sui pattini, sulle bici, si sale e si scende con ascensori e scale mobili dalle stazioni e dalle isole pedonali sopraelevate, si attraversa in un silenzio d’altri tempi Gracia e il frastuono delle Ramblas, il tramestio dei turisti nel quartiere Gotico, il clamore ovattato di un supermarket multipiano.

Chi esce di casa a volte corre, ma normalmente scorre nella metropoli, assieme a tutti gli altri; e ogni percorso moltiplica i frammenti di un tempo che varia, rallenta e accelera, da un andante a un presto, o si distende in una sosta nel chiuso di un locale, o su una panchina, in un parco, dove i piccioni si impigliano e scompaiono fra le pagine di un giornale sfogliate dal vento.

Di Bac Bac