Banksy, che dipinge i muri delle città, ora dipinge anche le onde. Con lui, una nave della marina francese ha preso i colori dell’umanità e il nome dell’anarchica Louise Michel: mi dispiace per sovranisti e affini, ma – fra incertezze, cadute e qualche cialtroneria – bellezza e speranza restano con i volontari del Canale di Sicilia, come con le proteste anti-razziste negli Stati Uniti e con i morti per protesta nelle carceri turche: in generale, restano con chi prende sulle spalle un po’ della croce degli altri.
Dubito che anche questa nave possa salvarsi dalle grottesche misure di polizia inventate, per contenere i soccorsi, dalla Guardia Costiera che, pur consapevole della immane tragedia che si consuma tra questo mare e le sponde della Libia, applica alle navi Ong il conteggio delle persone salvate come fossero i passeggeri di un pedalò.
Le vicende epocali che scorrono sul mare dinanzi ai nostri occhi restano affidate alle mani di ministri insipienti e di burocrati ottusi e spietati, convinti che solo il denaro mal speso e le polizie corrotte potranno fermare intrattenibili flussi di umanità in fuga.
Ed è corruzione anche la loro, corruzione delle coscienze e delle istituzioni che sarebbero per legge votate al soccorso e alla solidarietà.