di Nuccio Dispenza

“Io stavo sul primo treno per Roma… da Castelnuovo abbiamo viaggiato caricando tanta gente… il treno aveva le sospensioni rotte… chiaramente con le sospensioni rotte andavamo a 10 chilometri orari… col rischio deragliamento…così ci è stato riferito dal macchinista…”.  Prima, tra loro i pendolari del trenino di Roma Nord, parlandosi con rabbia classificavano contavano i giorni “neri”. C’era il lunedì nero, poi il martedì, poi cominciarono ad essere neri tutti i santi giorni della settimana. Tutti oltre il sopportabile. Ad un certo punto hanno smesso di classificarli, erano tutti uguali e avevano fatto di questa linea ferrata la più disgraziata d’Italia.

Il trenino di Roma nord al mattino termina la sua corsa nella stazione di piazzale Flaminio, a due passi dal cuore di Roma. Capolinea della Roma-Viterbo, è del 1932, e si vede. Fu inaugurata per il decennale della marcia su Roma, e molte cose sono rimaste come furono viste il giorno dell’inaugurazione. Pure i marciapiedi, dai quali si sale sul vagone, o si scende, con tre altissimi scalini. L’handicap, la carrozzella e l’anziano con problemi di deambulazione non sono previsti. In tutto questo tempo non si è pensato di mettere a norma marciapiedi e l’intera stazione. Anzi, a regnare è stato e continua ad essere un arrogante degrado. A scapito loro, dei pendolari.

Eccoli: giovani che a Roma ci vanno a studiare alzandosi quando è buio fitto, tanti immigrati che non si possono permettere il costo romano della casa, tanti altri che hanno scelto di andare ad abitare nei paesi e nei borghi a nord della capitale. “C’è il covid e tutti ad esaltare la scelta di abitare in borgo – dice uno che a Roma fa l’impiegato nell’amministrazione pubblica – però non hanno fatto e non fanno nulla per incoraggiare e non punire questa scelta. O usi l’auto o ti attacchi al treno, a questo treno…”. Giornata nerissima, oggi, iniziata, appunto, quando era ancora buio. “Il trenino delle 6.49 da Riano per Flaminio soppresso…Noi in stazione ad aspettare…E ci si è messa pure la pioggia…Dimmi tu se una giornata di lavoro deve cominciare così…”.

Tutti i santi giorni così, ma in questi lunghi mesi a fare i conti con le insidie della pandemia, tutto è diventato maledettamente più complicato. Treni soppressi e ritardi riempiono i vagoni. “Il distanziamento? Il distanziamento va a farsi friggere….”, dice una donna, presumibilmente dell’Est europeo. ” Non sono in grado di gestire l’emergenza – aggiunge la ragazza che le siede accanto – e non sanno fare altro che cancellare i treni, di fatto ti dicono di prendere l’auto… Ma, non tutti ce l’hanno tra quelli che vedi qui, anzi…E poi, è vero e no che dobbiamo agevolare i servizi alternativi? O ci prendono in giro?”.  Che scenda dai borghi verso Roma o che la sera risalga dalla capitale verso Sacrofano, Riano, Castelnuovo, Morlupo, Rignano…questo è il treno della rabbia. “Secondo le loro menti bacate – dice un ragazzo che viaggia in piedi, come tanti altri – così si risolverebbe il problema, ci sarebbero meno pendolari…hanno liminato persino i bus sostitutivi….uno scandalo da denuncia penale…”. Si, meriterebbero una denuncia per interruzione di pubblico servizio – incalza un uomo che fino ad ora se ne stava zitto, scuro in volto, con gli occhi a guardare oltre il vetro sporco del finestrino. La campagna è bellissima, questo si, lui la conosce in ogni zolla, in ogni cespuglio, conosce tutti i pini e i lecci, come le siepi di mirto. Ogni giorno, tutti i giorni della settimana, del mese, dell’anno. Tranne quando la linea va in tilt, o è impossibile per la neve. Si, perchè qui d’inverno nevica e si ferma tutto a volte, treno compreso.                                                                                                 

I pendolari del trenino di Roma Nord hanno una pagina su Facebook, ogni giorno è un bollettino di guerra, è lo sfogatoio di centinaia, migliaia di utenti. Scrivono, lanciano appelli, telefonano alle redazioni e alle tv. Uno di loro racconta: “Siamo arrivati a Flaminio alle ore 8:40 e c’erano le telecamere… ovviamente il tizio della Sicurezza li ha subito fermati, stavano salendo sul treno…li ha fatti scendere perché avevano le telecamere e gli ha detto che non possono fare riprese… un signore si è fermato con i giornalisti e ha invitato il ragazzo con la telecamera a registrare il modo in cui si viaggia…a filmare l’uscita della metropolitana…il flusso di gente che usciva dalla stazione Flaminio, visto che ci raccomandano il distanziamento sociale….”. Ma l’addetto alla Sicurezza – continua il racconto – mascherina abbassata sotto il naso, ha respinto in malo modo chi voleva fare le riprese e chi voleva che le riprese si facessero. Mascherina abbassata, urlando in faccia a tutti, a pochi centimetri dalla faccia di chi voleva respingere fuori. Donna con bambino:” Ci dicono che è fondamentale la distanza, che è fondamentale la mascherina, ma è quasi impossibile da rispettare perché tra corse tagliate e treni inadeguati… impossibile da attuare…”.

Vertici e controvertici politici su come combattere il covid – dicono in coro, riprendendo l’uno l’altro – ma a noi non ci hanno mai cercati, noi che potremmo raccontare come stanno realmente le cose. “Poi, in tutto questo – aggiunge un altro pendolare – vedi alcuni che in questa situazione di grande rischio la mascherina proprio non la indossano. Tu glielo fai notare gentilmente e loro ti rispondono che “è tutto un complotto, che il virus non esiste, che non colpisce così ma colà, etc etc…Tu li guardi e ti domandi: tu, che alle 6 di mattina con la tua borsa porta-pranzo già stai in piedi da un bel pò, e tutto mi sembri tranne che un virologo, uno scienziato, un medico…io dovrei dare ascolto a te ? Mettiti sta mascherina e non rompere le palle! Scusi la volgarità…”. “Poi pretendono di scaricare l’app sul tracciamento del Covid…come si chiama?”. “Immuni!”, gli ricorda chi gli sta accanto.       

La cronaca dal trenino della rabbia potrebbe non finire mai. Intanto, fuori altra pioggia. In città sarà un inferno, in aggiunta a questo.                               

Duecento corse soppresse in 2 settimane. Il dato sul trenino di Roma nord parla chiaro: “Non sono in grado di gestire l’emergenza e che fanno? Cancellano i treni con l’intento di far prendere la macchina – intona il coro dei pendolari – In questo modo, sempre secondo le loro menti bacate, ci sarebbero meno passeggeri… Hanno eliminato persino i bus sostitutivi. Uno scandalo, da denuncia per interruzione di pubblico servizio. Ed ancora, altra cronaca dal “treno della rabbia”: “Per evitare sorprese, oggi ho portato mio figlio direttamente alla stazione di Saxa Rubra dove avrebbe dovuto prendere il diretto delle 7,52. Mi ha inviato un messaggio dicendo che aveva preferito prendere quello successivo per le tante persone che si ammassavano…Se si sopprimono le corse accadrà sempre che le norme anticovid non siano rispettate…”.

La cronaca si arricchisce: “Allora, ore 8.04 stazione Giustiniana, il diretto è già passato…mi domando e dico perché questo cazzo di treno delle 8.04 non si è fermato? Mezzora che la gente è qui in stazione e, a parte il diretto e questo treno di merda che non si è fermato, verso piazzale Flaminio non è passato più nulla…Ore 8,12, ecco che passa un treno ovviamente stracolmo, e si ferma…grazie grazie di portarci a Flaminio…”.  “Stamattina, il treno delle 06:17 da Rignano, soppresso…Giusto per cominciare bene la giornata …Alla stazione di Montebello ho guardato fuori: display non funzionanti …Quindi, fermi 10 minuti alla stazione di piazza Euclide …Se la giornata è cominciata così, non oso immaginare quali avventure ci aspettano stasera per tornare a casa…”. A questo punto saluto e mi accorgo che il mio “Buongiorno!” può apparire fuori luogo. Mi riprendo e aggiungo “Auguri!”.

Di Bac Bac