di Tano Siracusa

Che la campagna sia il nostro passato o il nostro futuro, un’utopia regressiva o un’alternativa razionale al collasso degli agglomerati urbani, lo si capirà speriamo presto, quando la nuvola nera della pandemia, la grande paura sarà passata.

Intanto c’è chi in campagna è andato a vivere, come Sonia.

Per raggiungere la città c’è da percorrere prima una lunga trazzera dove tracce sconnesse di asfalto scavano buche che le piogge trasformano in pozzanghere fangose. I colori sono quelli di una primavera inoltrata, con svariate tonalità di verde e di giallo e la punteggiatura del bianco dei mandorli fioriti.

Ci sono delle sorgenti, la terra è buona. Un vicino di casa di Sonia ha molti alberi da frutta e un orto dove produce un po’ di tutto. Se il passato lavorativo e di vita recente di Sonia è stato radicato nella città e nei suoi flussi turistici, il suo futuro ha per modello la campagna del vicino di casa.

Un futuro di vitale autarchia che oggi ha per scenario una casa piena di luce, di libri, di quadri e di buona musica, e per compagno quotidiano un gatto che si comporta come un cane.

Di Bac Bac