di Alberto Todaro

Sono molte di più, sempre secondo me. Di fronte a una disfatta così fragorosa, è evidente che molte cose non hanno funzionato. E distribuire colpe a destra e a manca non serve a capirne le ragioni, né lo trovo molto corretto. Gli interessati dovrebbero cercare di capire le cause di tale sconfitta, di tale emorragia di consenso, guardando più all’interno del loro sistema che non fuori da esso. Io ho individuato tre cause ma certamente, come dicevo, sono molte di più. La prima è, paradossalmente, legata alla più grande delle conquiste dell’amministrazione Firetto: la raccolta differenziata dei rifiuti. Anche io con grande soddisfazione lo considero un progresso per la nostra città, soprattutto perché mi ha finalmente evitato di recarmi ogni 10-15 giorni all’isola ecologica di Piazza Ugo La Malfa per conferire. Infatti, va ricordato che la raccolta differenziata ad Agrigento esisteva già, sin dai tempi del sindaco Aldo Piazza, però era lasciata alle buone intenzioni dei cittadini, i quali dovevano recarsi ai container (inizialmente erano diversi, poi ne sono rimasti solo due, al Campo e a Fontanelle), inserire la card , aprire la finestrella – vuoi della carta, vuoi del vetro, etc. – e gettare i propri rifiuti. Con Firetto, finalmente, si è passati al porta a porta, non so se il metodo migliore ma sicuramente più efficace del precedente. Però, mentre il sindaco decanta il 71-e-passa-per-cento di rifiuto conferito, il 29 fa bella mostra di sé lungo le strade della nostra città. Non c’è dubbio, chi butta l’immondizia per strada è uno sporcaccione (e qui mi fermo), resta però il fatto che la città è sporca, sporchissima. Oltre a ciò, manca lo spazzamento, il decespugliamento, lo scerbamento e tutti gli altri -menti di decoro urbano (che purtroppo è a livello di Timbuctù, senza offesa per Timbuctù).

Al secondo posto metterei l’aumento degli stipendi per il sindaco e la giunta; stipendi che pare abbiano raggiunto la quota massima. Oh, intendiamoci, personalmente non mi scandalizzo affatto che degli amministratori guadagnino bene, visto l’importante, delicato lavoro che svolgono. Anzi, se raggiungono buoni risultati, per me possono a buon diritto guadagnare quegli emolumenti, e oltre, lasciatemi dire. Però è chiaro che per l’uomo della strada questa è una colpa, dà l’idea del fatto che il servizio alla città va a farsi benedire (almeno nell’immaginario collettivo) e che si fa politica per guadagnarci, e solo per questo. Se poi i risultati sono quelli che si vedono a occhio nudo… Simbolicamente è un fatto devastante, paragonabile all’intascar soldi in maniera truffaldina (quando di truffaldino non c’è assolutamente nulla), pensando solo al proprio tornaconto più che al bene comune. Ripeto, non è la mia idea ma temo che su questo punto, l’amministrazione uscente abbia fatto autogol.

Infine, c’è stato uno scarso, pressoché nullo, contatto col cittadino. Recentemente scrivevo che molte volte, cittadini che su Facebook chiedevano conto all’amministrazione della gestione​della città, venivano addirittura bloccati. Ebbene, ogni persona bloccata è stato un voto perso; anzi più di uno, perché si è perso anche il voto di sua moglie, quelli dei suoi figli, di suo fratello, etc. E i voti persi, moltiplicati per tutti i cittadini bloccati su Facebook, a poco a poco si accumulano. E questo probabilmente è un altro dei motivi per cui poi si sono ritrovati con diverse migliaia di voti in meno rispetto a cinque anni addietro. Se a questo si aggiungano telefoni che squillano a vuoto per ore negli uffici del Comune, e-mail di segnalazione o di protesta che non ricevono risposta, poca o nessuna cura verso le istanze dei cittadini, c’è proprio da dire che il rapporto con il cittadino/elettore non è stato proprio il loro cavallo di battaglia. Ci sarebbe altro di cui parlare, in verità. Ad esempio del discutibile “protagonismo civico”. Discutibile per come è stato impostato e perché alla fin fine ha dovuto sopperire alle mancanze dell’ente. Ma io avevo detto tre cose e le mie tre cose le ho già dette.

Di Bac Bac