di Tano Siracusa

Vallicaldi com’è oggi:

Vallicaldi com’era nell’estate del ’13:

Quell’estate un gruppo di agrigentini ha dato vita ad un inedito intervento di recupero in un pezzo di città degradato e malfamato. Vallicaldi è stata la zona delle prostitute, una via centralissima e periferica, prossima a Via Atenea e invisibile, interdetta. Sette anni fa tra le macerie dei numerosi crolli, l’asfalto sbrecciato, i rifiuti non rimossi, una discarica di eternit, circolavano solo alcuni senegalesi, un paio di anziane prostitute e molti gatti. Ma a Vallicaldi c’è anche un B&B il cui proprietario aveva messo a disposizione due piani terra e, alla fine di una breve salita, c’è il Teatro della Posta Vecchia.
In due mesi sono state riempite le buche delle strade, rimosso l’eternit, al posto di un cumulo di macerie e rifiuti è stato creato un piccolo palcoscenico, poi un piccolo giardino, i due piani terra sono diventati due spazi espositivi, e allora sono arrivati i pittori di Artificio, il gruppo di NonSoStare, fotografi, videomaker, teatranti, musicisti, fino a quando da Roma non è venuto Mister Thoms che ha dipinto il suo grande murales. Durante la prima serata, una serata sul tema di ‘Via del campo’, fra installazioni, piccole mostre, musica, performance, si è raccolta una folla di un migliaio di persone, il Teatro della Posta Vecchia è stato aperto e Annarella ha potuto assistere in prima fila, nel teatro pieno, alla proiezione di un video su questa sua ‘Via del campo’ dismessa, un video in cui cui lei era la protagonista e i volontari, gli artisti, le ruotavano attorno, le facevano corona.
Poi è finito tutto, a Vallicaldi si sono spente le luci, sono rimasti solo i gatti. La via è stata abbandonata da quelli che l’avevano invasa e per due mesi trasformata in un laboratorio artistico. Perchè questo è successo allora: per una volta gli artisti, riunendosi, partecipando assieme, mescolando i loro linguaggi, avevano reso visibile un luogo invisibile, trasformandolo in una piccola utopia, in un sogno collettivo. Certo, è stato solo un sogno. Per diventare un progetto di recupero sarebbero dovuti intervenire altri soggetti, istituzionali, politici, imprenditoriali, e così non è stato.
Ora l’area ricade nel Progetto Ravanusella due, di cui saremmo curiosi di conoscere i contenuti.
L’esperienza di allora a Vallicaldi dimostra comunque che gli artisti, le loro sinergie, possono far vedere ciò che gli automatismi del nostro orientarci nella città ha fatto sparire, un presente rimosso ma anche un possibile futuro.
Ieri è successo a Vallicaldi, oggi potrebbe accadere a Parco Icori, dove la performance di Sandro Sciarratta sembra avere aperto un varco, contribuito a rimuovere un sipario. Si sta infatti organizzando al Parco una estemporanea di pittura e altri artisti stanno dando la loro disponibilità per portarvi un po’ di parole, di musica, di immagini. Ieri a Vallicaldi, oggi potrebbe essere al Parco Icori, domani magari a Santa Croce. Non sarebbe poco.

Di Bac Bac