di Vito Bianco

Antonio Ligabue

Hippocampus è il nome latino,
ma noi lo chiamiamo cavalluccio marino
per via della testa che gli somiglia.
È un animale realmente fantastico
che sappiamo dove andare a cercare
quando ci viene voglia di una meraviglia.

*

La lucertola nasce dai solchi infuocati
o dalla nera roccia geologica
emersa dalla sparizione dei mari.
È la verde testimone del passaggio
dal mare dei pesci ai rettili della terra
e continua a vivere contro ogni logica.

*

La zebra è stramba, non c’è che dire.
È l’unico animale con le strisce
ma non se ne vanta. Capisce
che il resto del creato non è pronto
ad accettare come naturale
un’invenzione che non può capire.

*

La gru è un gruide dell’ordine dei gruiformi.
È il più alto degli uccelli che volano
e uno dei più bizzarri. Di lui non so
cosa pensare, tanto mi sconcerta.
Solo questo oggi posso dirvi: è
davvero un formidabile equilibrista.

*

La biscia d’acqua o del collare
striscia nuota fischia sguiscia
senza lasciare traccia si inabissa
sguscia scivola liscia liscia
si insinua si perde riappare
infine paciosa aggalla e si riposa.

*

L’ara scarlatta è un lampo rosso
che solca il cielo centroamericano.
Fa vita di coppia, non disdegna gli umani,
ruba quel che c’è da rubare, si lascia
tranquillamente ammaestrare. Ma,
d’improvviso, è capace di ammazzare.

*

Per sua natura genetica e ancestrale
e naturalmente immodificabile
la volpe punta lesta all’uva
sia acerba che matura. Nell’acino
trova la sintesi di mangiabile
e conoscibile.

*

Nell’occhio della formica vede
l’uomo che la studia riflesso
l’universo di cui forma parte.
Lei, alacre, minuscola creatura
non ha tempo di pensarci,
né di fare ipotesi sulla sua durata.

*

Del gatto assiso sul sedere
possiamo dire ciò che ci pare.
Lui apparentemente non sente
o forse fa finta di non capire.
Ma di notte, quando dormiamo
ci legge il futuro inciso sulla mano.

*

Quando con la sua proboscite
il meditabondo elefante appare
solitario nelle immagini a colori
o con gli altri della sua tribù,
non mi sembra vero. Da dove viene,
mi domando, un animale così imponente,
da quale immemorabile èra vivente?

*

La ragione del cane ha invaso il mondo.
La ragione umana si è caninizzata.
La moda umana è una variante della canina.
Il cane è una variante dell’uomo
e l’uomo del cane che al guinzaglio
si portano a spasso per pisciare.

*

La giraffa è un animale solitario.
Cresce in fretta, impara presto
a correre e a pensare per risolvere
un dilemma antico senza aiuto:
starebbe bene un giro di perle
attorno a un collo così lungo?

*

Lo sanno tutti, grandi e bambini:
è l’indiscusso re della foresta,
o di quel che ancora ne resta.
Lo si vede triste allo zoo, annoiato
nei documentari della bbc. Ormai
ruggisce solo sui titoli di testa.

*

Il cavallo viene da molto lontano,
dal tempo in cui di noi non c’era impronta.
Selvatico non conosceva ippodromi,
né cavalcate cinematografiche.
La sua maliconia è però la stessa:
profondamente nobile ed equina.

*

Il lupo va sempre insieme alla notte;
insieme fanno una paura doppia.
Dicono che sia feroce ma non è vero:
è altruista e generoso. Rendiamogli
quindi ritardata giustizia, e rendiamola
con lui alla silenziosa notte.

*

Per il capodoglio, dice l’esperto,
la famiglia è tutto, e in questo
molto ci somiglia. Ha lunga
la memoria, mai si scorda un torto.
Respira aria, allatta, si immerge e salta;
ci riconosce, si lamenta e canta.

*

Tutte le pazienze della terra stanno
sulle solide reni dell’asino. Da lui
abbiamo tutto da imparare,
tutto da sentire: basta guardare come guarda,
o come è capace di ubbidire
continuando a fare quello che vuole.

*

La gazzella è il fiore carnale della terra.
Pochi fortunati l’hanno vista da vicino,
annusato il suo fiato di foglia,
ascoltato i suoi consigli di bellezza.
Possiamo solo da molto lontano
ammirarne la grazia e la leggerezza.

*

Del topo so quasi nulla: so,
ma non so se è vero, che mangia
formaggio, che squittisce, che è bravo
all’uncinetto, che è grigio schioppo,
che sa imitare il sibilo di un petardo
e che sogna di trasferirsi a Topolinia.

*

Il bradipo mi fa rabbia, gli invidio,
lo confesso, la famosa lentezza.
Vorrei essere come lui, arrampicarmi
lentissimamente sul tronco di un pensiero
e assaporarlo come lui assapora la corteccia.
Infine giunto in cima addormentarmi.

*

Il paguro ha un nome che mi piace.
Il paguro potrebbe essere un’invenzione.
Il paguro si vede solo in televisione
perché forse è un’invenzione della televisione.
Il paguro rischia un’immeritata estinzione,
proprio come noi che ce la meritiamo.



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Di Bac Bac