Il 25 aprile è la festa della liberazione dell’Italia dall’occupazione dei nazisti e dalla sanguinaria dittatura fascista.
A chi, per malafede o ignoranza, parla del 25 aprile come di una festa solo dei comunisti, ricordo la composizione del Comitato di Liberazione Nazionale che guidò la Resistenza:

  • Ivanoe Bonomi, presidente e membro del Partito Democratico del Lavoro (partito moderato);
  • Giorgio Amendola, del Partito Comunista;
  • Alcide De Gasperi, della Democrazia Cristiana;
  • Ugo La Malfa, del Partito d’Azione;
  • Pietro Nenni, del Partito Socialista;
  • Alessandro Casati, del Partito Liberale.

Una classe dirigente di giganti: uomini sobri, forgiati dalla lotta partigiana, profondamente democratici, intellettuali, competenti, con un alto senso del bene pubblico e dello stato.
Ben altro rispetto alla miseria della classe di governo attuale.

Come ogni anno, gli eredi spirituali di quello che fu il regime fascista, coloro che appartengono ai vari movimenti e organizzazioni neo-fasciste e neo-naziste, ma anche la destra di derivazione missina, tuonano contro le celebrazioni del 25 aprile, perchè a loro dire sarebbero divisive.
Hanno pienamente ragione.
Il 25 aprile non è la festa di tutti: è l’atto di nascita della nostra democrazia, il punto di svolta e di riscatto dalla barbarie del ventennio fascista.
Pertanto, non può essere caro a chi i valori della democrazia li ha sempre vilipesi, a chi ha ancora simpatia per un regime autoritario fondato sulla violenza. Il fascismo ha cancellato libertà politiche e diritti civili; ha perseguitato, imprigionato, torturato e ucciso gli oppositori al regime; si è reso responsabile delle leggi razziali e della deportazione nei lager di migliaia di ebrei; ha affiancato i nazisti nei rastrellamenti e negli eccidi di massa di civili inermi; è stato corresponsabile della più sanguinosa guerra della storia umana.
Il 25 Aprile è la festa di chi ama la libertà e la democrazia, di chi crede nella nostra costituzione repubblicana e antifascista, una delle più belle al mondo (purtroppo, in larga parte ancora inattuata) che è stata scritta, come ricordava Piero Calamandrei, con il sangue dei martiri della Resistenza.

Checché ne dica il presidente del Senato, l’ex missino Ignazio La Russa, l’antifascismo è nel dna della nostra costituzione. Vabbé che non gli piace, visto che è una costituzione nata dalla sconfitta del fascismo e di quel duce di cui conserva come una reliquia il busto in casa, ma, almeno per dovere d’ufficio, non può mentire così spudoratamente.
Basta un veloce riassunto delle principali norme costituzionali, per capire quanto la nostra costituzione sia profondamente antifascista.

  • E’ antifascista nella scelta della forma di governo: la democrazia contro l’autoritarismo fascista (art.1)
  • E’ antifascista nel riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo (art.2)
  • E’ antifascista nell’affermare l’uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini (art.3)
  • E’ antifascista nella tutela accordata alle minoranze linguistiche (art.6) perseguitate dal fascismo
  • E’ antifascista nel respingere l’autarchia giuridica per conformarsi alle norme del diritto internazionale (art.10)
  • E’ antifascista nel ripudiare la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli (art.11)
  • E’ antifascista nel garantire il diritto di riunione (art.17)
  • E’ antifascista nel riconoscere il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero (art. 21)
  • E’ antifascista quando tutela la libertà di insegnamento e di ricerca (art. 33)
  • E’ antifascista perché attribuisce alla donna lavoratrice gli stessi diritti che spettano al lavoratore (art. 37), mentre il fascismo aveva fissato il salario delle donne al 50% di quello degli uomini.
  • E’ antifascista nel riconoscere la libertà sindacale (art. 39) e il diritto di sciopero (art. 40)
  • E’ antifascista nel tutelare le libertà politiche e il diritto di associazione (art. 49)
  • E’ antifascista perché vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista (XII norma delle disposizioni transitorie e finali).


Se ne faccia una ragione senatore La Russa: la nostra costituzione, nata dalla resistenza, è una costituzione antifascista, come antifascisti erano i costituenti che l’hanno pensata e scritta. Provi, se le riesce, ad osservarla con disciplina e onore, come ha giurato di fare.

Personalmente voglio festeggiare il 25 aprile portando idealmente un garofano rosso sulla tomba di due persone che ho avuto il privilegio di conoscere e frequentare: Salvatore Di Benedetto e Vittoria Giunti.
Partigiani, comunisti, intellettuali, compagni nella vita e nella lotta politica. Persone che hanno dedicato la loro vita agli ideali di libertà, di democrazia e di giustizia sociale e verso cui sento un grande debito di riconoscenza.