in tanti punti della settimana

di Daniele Moretto

Giorgio Morandi

·     Del cambiamento. Nomine delle partecipate. Scelte di sistema, dicono. Gattopardesche, dicono. Perché nulla cambi “riguardo a questo”. E riguardo al resto? Alle misure che da decenni i cittadini attendono e per le quali hanno votato ormai davvero tutto da sinistra a destra? Nessun governo sembra in grado di dare risposte strutturali ai grandi problemi che affliggono il paese. Manca il lavoro e, paradosso, manca mano d’opera in alcuni settori-chiave. Ma salari, stipendi e pensioni sono inadeguati, il potere d’acquisto sempre più debole. Mentre i prezzi diventano siderei. Sembra impossibile togliere qualcosa ai più abbienti. Redistribuzione un corno: i ricchi ingrassano e ringraziano per gli incentivi e i sussidi. Altro che Robin tax, qui si continua a rubare ai poveri! Sanità e scuola, puntualmente depauperate. E puntualmente elargiti stipendi e vitalizi ai parlamentari regionali e nazionali. Il nostro ancien régime non finisce mai.

·     Tutto aumenta. Bollette. Spesa.  Ma nessuna rivolta del pane ci sarà in Italia, paese di obbedienti. Aumenta la disoccupazione, specie giovanile. E i paesi-fantasma, specie al sud. Aumentano gli immigrati, ma nessuna politica dell’integrazione è al vaglio. Cresce l’idiozia della classe dirigente. E l’astensione. Aumentano i morti per il clima. Non solo esseri umani: anche le api e tante altre specie. Zoocidi. Foreste disboscate per fare spazio agli allevamenti intensivi. Emissioni di gas serra. Causa/effetto. Aumentano i poveri nel mondo. E il divario tra ricchi e poveri, di cui s’è detto sopra, ma va ribadito: è l’immoralità che sparge fiamme, è la smodata fame dell’ego. Che solo popoli o gruppi consapevoli possono combattere, senz’armi che non siano l’intelligenza, la coscienza e la non-violenza, perché anche il livello di violenza aumenta. Vedi alla voce “guerra”.

·     Un’ombra si allunga / ogni giorno dentro di noi / e poi si spezza. Questo è il morire, / i vivi che diventano irraggiungibili / anche nelle estreme vicinanze.

Franco Arminio, Lettera a chi non c’era.

·     Inferno in Libia.  Sta destando notevole interesse il libro (già film) di Michelangelo Severgnini, “L’urlo”, edito da l’AntiDiplomatico 2022. L’autore è impegnato da anni a denunciare tramite documentari, film e libri, le violazioni dei diritti umani in varie parti del mondo, ma anche problematiche di cittadinanza attiva, come nel film breve “Il dissentista”.

“Ho trovato uno stratagemma che mi dà l’opportunità di mettermi in contatto con chiunque si connetta a Internet dalla Libia”.Dal 2018 al 2022 Severgnini ha ricevuto centinaia di messaggi in rete da parte di profughi che chiedono disperatamente aiuto. La stessa cosa era avvenuta per l’Afghanistan.Il libro riporta il codice QR per ogni messaggio video o audio proveniente direttamente dall’inferno dei migranti. La tesi del libro è già nel bruciante sottotitolo: “Schiavi in cambio di petrolio”.

https://www.youcanprint.it/lurlo/b/4f59e073-faf2-53a6-98ea-0c43d8554700

·     La cultura della vita. Si parla con estrema leggerezza di terza guerra mondiale e di “ipotesi nucleare”. E’ un effetto della pregnanza della cultura della morte, pulsione nefasta della società dello spettacolo. Bisogna quindi contrapporre esempi e testi di maestri di vita. Come Danilo Dolci, maieuta e coscientizzatore di rara profondità – e attualità. Riporto un brano da “Palpitare di nessi” (1985) rieditato da Mesogea, 2012.

“Il nostro mondo può divenire una pallina di vetro bruciato negli spazi – o una creatura viva di creature. Se ciascuno al mondo si chiede: da chi dipende questa scelta? Non dipende anche da me? una immensa nuova forza, anche politica, si scatena. Non dipende da ognuno? Come possiamo superare, passo dopo passo, l’enorme divario tra la realtà attuale e la realtà quale potrebbe essere? Per cercare di rispondere a questi interrogativi necessita esplorare gli essenziali nessi tra educare, creatività, e sviluppo”.

15 Aprile 2023

“Il punto”, n. 4

Di Bac Bac