in tanti punti della settimana

di Daniele Moretto

George Grosz

  • È la priorità (1).  La specie migra da secoli e secoli. In modo naturale. Com’è naturale camminare. Migrare è anche etimologicamente passare, camminare. E ogni bambino ripercorre i nostri antenati (l’ontogenesi spiega la filogenesi). Che scesero dagli alberi vedendo l’orizzonte – e vollero raggiungerlo. E l’orizzonte non finiva mai, e i discendenti andavano più avanti. Migrare contiene mirare: guardare, futuro
  • Ad uso di statisti smemorati. “Gli ominidi comparvero in Africa 7 milioni di anni fa. Una prima diffusione del genere Homo si colloca tra 2 e 1,8 milioni di anni fa. Fossili e resti dei suoi utensili sono stati scoperti in Cina (2 Ma, milioni di anni), in Georgia (1,8 Ma), in Israele (1,7 Ma) e in Pakistan (1,5 Ma). Le modalità evolutive e di diffusione geografica sono state oggetto di dibattito. Oggi prevale l’ipotesi di scambi genetici permanenti, combinati con molteplici migrazioni”. (Atlante storico mondiale, L’ippocampo, 2020, p. 19).
  • È la priorità (2). Sintetizzo un’intervista di Anais Ginori [la Repubblica, 28 marzo] ad Agnes Callamard, Segretaria generale di Amnesty International. Nel 2022 la comunità internazionale ha ben risposto all’aggressione russa e ai crimini di guerra in Ucraina, ma ha dimenticato il conflitto in Etiopia, tra i più letali al mondo, i Palestinesi, i prigionieri politici in Egitto. Aggiungo lo Yemen, la Siria, i conflitti africani… Intanto, il governo italiano criminalizza “vergognosamente” e ostacola il lavoro di salvataggio delle Ong. (…) Si vuol dare alla Guardia costiera libica il controllo nel Mediterraneo centrale perché riporti il maggior numero di persone in Libia: l’anno scorso almeno 24 mila.

  • Malessere U.S.A. Nashville. Telecamere interne. Passa una donna con due fucili e una pistola. Bilancio: 6 morti di cui 3 bambini. Anzi, 7. Lei, uccisa dalla polizia, quasi non conta. 28 anni, forse ex-allieva di questa scuola direttamente collegata a una chiesa. Una vendetta covata per anni? O cos’altro? Solo un gesto “dettato” dalla follia? Ma che radici ha questa follia? L’ennesima strage che (non) si poteva evitare. L’ennesimo sintomo del malessere di una società, quella statunitense, piena di contraddizioni e di tensioni. President Biden invoca una legge che vieti le armi d’assalto. I repubblicani non ne vogliono sapere. Succubi o complici dell’industria delle armi (la stessa che le produce per l’Ucraina).
  • Contraddizioni. Florida. Hope Carrasquilla era preside di un liceo classico. Era perché è stata costretta a dimettersi dal Consiglio d’Istituto. Motivo? Non aver vigilato su un’insegnante di Storia dell’Arte, rea di aver mostrato agli alunni il David di Michelangelo così com’è, cioè nudo, ritenuto da quel Consiglio: “pornografico”. Una bestemmia culturale.

Nella terra della liberazione sessuale, della fiorente industria pornografica, della sregolatezza e dell’abuso di ogni tipo, ma anche del p-r-uritanesimo: l’attrazione e allo stesso tempo la repulsione – un meccanismo isterico). Moralismo bigotto sulla sessualità che diventa sporcizia, bruttura. Contraddizioni. Confusioni. Che forse producono disagio, disorientamento nei bambini e negli adolescenti. Quando la famiglia diventa un luogo fuorviante e la scuola (non solo oltreoceano) risulta incapace di proporre un’educazione sana e libera.

  • Chi non muore davvero. Da qualche anno non li considero più come “perdite”, semmai conquiste. Chi fa qualcosa per il mondo non muore mai davvero. Dante non è affatto “perduto”, Danilo Dolci è ancora tutto da scoprire, Biagio Conte vive in una parte del cuore prima disabitata. Tanti ci hanno lasciato… lasciti. Del resto siamo qui per fare anima (J. Keats).

Di Gianni Minà, mite ribelle, abbiamo pagine di giornalismo televisivo appassionanti, irripetibili, un ritrattista insuperabile, un amico dell’altra America. 

Non rim-piangiamoli, ringraziamoli.

  • Da Minà a Mina. Con un cognome risorgimentale, che non ti aspetti, e quasi stona sulla sua persona. Tra le voci di sempre più interessanti del pianeta. Di sicuro una perla rara, se non perfetta. Longeva e giovane. Capace di confrontarsi con tutti i generi. Prolifica come pochi: 72 album, e ancora incide, a 83 anni! Anche con Blanco, sì, quello che ha distrutto il palco dell’Ariston.

Non aspettiamo la fine, ringraziamo adesso. Chi fa qualcosa che ci rende piacevole la vita, sia pure il tempo di una canzone. Buon compleanno e grazie, Mina!

  • È la priorità (3). Ponti sui divari, non sui mari.

“Il punto”, n. 2

Rubrica di Daniele Moretto

Di Bac Bac