di Renato Viviani

To buy, to improve, to sell sembra il refrain di una canzone invece è il mantra del capitalismo dei fondi comuni, in particolare di quelli finanziari, quelli flessibili. La multinazionale britannica GKN, di proprietà del fondo americano Merlose, non si è fatta scrupolo di utilizzare questo metodo. La mattina di venerdì nove luglio, giorno in cui la fabbrica GKN Driveline di Campi Bisenzio era deserta perché, come concordato con l’azienda, erano tutti in permesso retribuito collettivo, è giunta la comunicazione dell’apertura della procedura di licenziamento per 422 lavoratori i quali hanno ricevuto la notizia solo per e-mail.

Dario, uno dei 422, lucido e determinato, mi racconta come in meno di un’ora dall’arrivo della notizia gli operai si sono organizzati per rientrare in fabbrica, in un presidio permanente e fin da subito la fabbrica è stata aperta alla gente con visite guidate per coinvolgere il territorio e di come al Collettivo di Fabbrica vi possano aderire tutti.

Mi parla anche del lavoro svolto dai manutentori per tenere la fabbrica in sicurezza e pronta a ripartire, di come molte associazioni e singoli cittadini abbiamo messo a disposizione forze, strutture e competenze, di come le istituzioni del territorio e i mass media siano stati coinvolti e infine delle speranze sulla riuscita della manifestazione nazionale INSORGIAMO del 18 settembre a Firenze e della legittimità sociale che ne può derivare “perché è vero che non abbiamo un movimento anche se tutti insieme lo possiamo creare perché ora non abbiamo più solo da contrastare la globalizzazione e le aziende che delocalizzano per risparmiare, ma anche con la finanziarizzazione che lo fa per speculare in Borsa”.

Firenze ore 15,30 al grido “siamo tutti GKN” la manifestazione parte da dietro la Fortezza da Basso, dove c’è il laghetto e subito si capisce che saremo davvero in tanti.

La conferma arriva al sottopasso della Fortezza, con lo striscione ‘Insorgiamo’ davanti e dietro una marea umana, alla fine saremo in quarantamila, manifestazioni che in Italia non si vedevano da decenni.

La prima fermata è in Santissima Annunziata parlano i lavoratori della Rsu di GKN e i lavoratori della Whirlpool di Napoli, c’è anche l’incontro e il saluto con il Queer Pride della Magnifica Occupata. Poi si riparte e piano piano si arriva sui viali fino alla Torre della Zecca altra sosta e parlano quelli della Same di Brescia, della Piaggio di Pontedera, di Alitalia, dei No-Tav e degli studenti con il loro striscione ‘ Firenze ribelle e mai doma’. Con un passo lento ma deciso tra ali di folla che applaude con canti, cori e tamburi si passa l’Arno. Davanti al corteo c’è sempre il grande striscione ‘Insorgiamo’ accanto solo le bandiere dell’ANPI e quella storica del ‘PCI sezione ‘Poggio alla Malva’

Al tramonto si arriva a Piazzale Michelangelo, il punto di arrivo del corteo, in breve è pieno, il successo della manifestazione è evidente e totale sotto di noi nella luce serena del tramonto inoltrato Firenze, bellissima. Sul palco parlano i lavoratori della Texprint di Prato, le compagne del coordinamento donne Gkn.

Poi Dario della Rsu GKN sale sul palco per chiudere la giornata, è stanco ma la voce è ancora fortissima: “Mario Draghi, cosa vuoi fare? Vuoi stoppare d’urgenza questi licenziamenti con un decreto? Da qui ti mandiamo una letterina, dicci quante persone vuoi che ti si porti in piazza e te le portiamo, caro Mario. Serve lo sciopero generale, se non ora quando?”.

Di Bac Bac