Era tutto già scritto, era noto che il Comune non sarebbe andato agli eletti ma a chi si era messo dietro una parte degli eletti per “averlo” dall’esterno. Era noto, ma il voto non ha voluto sapere, ha fatto finta di non sapere, di non conoscere uomini e cose. Lo ha fatto non per una scelta che avesse ragioni di logica e di speranza, ma per andare contro. Contro il sindaco uscente, che se ha fallito e ha spalancato le porte a quel che oggi domina in Comune, errori ne aveva fatti. Il resto lo ha fatto il deserto politico in quella che una volta si chiamava “sinistra” politica.

Resta l’amarezza e resta la preoccupazione per una deriva annunciata. A meno di un anno dall’insediamento della destra a Palazzo dei Giganti, destra che ha aperto le porte della città anche alla Lega di Salvini, dall’interno della stessa maggioranza parte un’accusa pesantissima al sindaco Miccichè. Dice sostanzialmente Forza Italia – che in Consiglio comunale ha il presidente – che l’Amministrazione comunale è dominata da un “cerchio magico”, da “oligarchi” che praticamente si sono sostituiti a chi era stato delegato dal voto a governare la città. Accuse pesantissime, probabilmente – aggiungono in tanti – accuse dettate dall’intenzione di mettere una buona manciata di pepe sulla poltrona del sindaco per ottenere più spazi, probabilmente un rimpasto che distribuisca diversamente il potere all’interno della giunta. Cose vecchie, cose già viste, cose delle quali la città non ha bisogno.

Si vedrà come andrà a finire. Certo la conferma che le sorti della città, il destino dei tanti soldi che in città stanno per arrivare debbano finire come da decisione di “oligarchi” e personaggi cooptati nel”cerchio magico” per decreto di chi formalmente in Comune non siede, è cosa triste e pericolosa, potrebbe attentare alle stesse regole della democrazia, potrebbe diventare rilevante per considerazioni della sfera giudiziaria. “Cerchio magico” ed “oligarchi” non sono figure riconducibili agli schemi istituzionali riconosciuti dalla nostra democrazia.

Il sindaco, lo abbiamo letto, ha subito reagito alle accuse gravissime che gli sono mosse dai suoi alleati di Forza Italia, invitandoli a fare un passo indietro e a rimangiarsi quelle accuse. Bene ha fatto, resta la necessità che dimostri l’infondatezza delle accuse degli alleati. C’è solo da sperarlo, per il bene suo e della città. Vedremo se è solo teatro.

Il dubbio è se siamo davanti ad una commedia o a un dramma. Agrigento ha una sicura vocazione al palcoscenico, dell’un genere e dell’altro. Quel che fa piangere il cuore è il tempo perduto, le occasioni sprecate, rattrista e preoccupa la percezione che avanza l’irreparabile. Quel che fa piangere il cuore e turba la ragione è anche scempio delle coscienze che si è fatto in questa città, turba l’impalpabile dell’elemento democratico. E le resistenze culturali e politiche, le resistenze sociali ( penso al volontariato )  che pure ci sono in questa bellissima e sfortunatissima città, emozionano quanto può emozionare l’epico, appaiono come quei salvagente color arancio gettati nel mare in tempesta. Tante volte salvano, altre vanno alla deriva.

Di Bac Bac