di Davide Natale

Capitale culturale è conoscenza profonda del territorio, comprensione delle trasformazioni avvenute e di  quelle in atto, abile padronanza degli strumenti opportuni per anticipare scelte future sostenibili.

Leggo dell’11° anniversario del Centro Commerciale di Villaseta. Bene, o quasi.

Mi piacerebbe infatti sapere, dopo più di due lustri, se qualche Ufficio Comunale o della Camera di Commercio abbia studiato come, negli anni, l’impianto del Centro Commerciale abbia trasformato l’assetto urbanistico del territorio, per sapere in che modo abbia modificato il carico urbanistico, il costo degli immobili che intorno vi gravitano, se e come abbia condizionato scelte imprenditoriali, aziendali ed economiche a vario titolo, personali, familiari e di professionisti vari, concorrendo così a modificare quel ‘capitale sociale’ che oggi appare del tutto stravolto in gran parte del centro città.

A riprova di ciò basta osservare che scendendo dalla Cattedrale di Agrigento sino alla Via Atenea, attraverso  la via San Girolamo e la via Foderà, si annotano non più cinque/sei attività commerciali. Tutti gli altri piani terra appaiono serrati, invisibili, chiusi, adibiti a magazzino/deposito o, peggio, parcheggio auto. Laddove la consentita mobilità apparentemente illogica e insostenibile nel centro città appare forse una delle poche ragioni per il suo mantenimento in vita, senza la quale infatti, la mancanza di qualsiasi servizio necessario, e  di certo di una mobilità sostitutiva, renderebbe l’abitarvi soltanto una operazione romantica o a servizio del turista di passaggio.

Per il resto cosa produrrà l’e-commerce è già evidente in quel che sta accadendo negli Stati Uniti d’America, dove si manifestano i primi ma evidenti segni di cambiamento:   https://www.exportusa. us/crisi-dei-centri-commerciali-nuovi-modelli-di-consumo-in-usa.php;

https://pmireboot.it/document/pIPuyoUB_B1BzNsUwQ0Z/ il-declino-del-centro-commerciale-americano .

Ma tutto questo è fondamentale per sapere e potere gestire il territorio, le necessità della cittadinanza, la nuova mobilità, il modello dell’abitare a cui aspira, gli aggregati sociali che si determineranno all’interno della città, sia delle sue periferie che del suo centro storico, per tutelare il suo patrimonio artistico, gestire i flussi turistici e la sua quotidianità futura.

Con la speranza che chi oggi governa Agrigento, o a chi aspira a governarla domani, voglia mettere la testa  dentro tutto questo, e studiare tutte le possibili azioni per non farsi trovare impreparati.

Di Bac Bac