di Renato Viviani

Il 27 novembre 2021 si è svolta a Roma la manifestazione nazionale contro la violenza di genere organizzata da Non Una di Meno. Al corteo partito da piazza della Repubblica per arrivare a Piazza San Giovanni hanno partecipato 100.000 persone.

La data dell’uccisione di tre donne rivoluzionarie, le sorelle Mirabal, note come las Mariposas, nella Repubblica Dominicana del dittatore Trujillo, il 25 novembre del 1960 è stata scelta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Ni una mujer menos, ni una muerta más (Né una donna in meno, né una morta in più) sono le parole di Susana Chavez, attivista e poetessa messicana uccisa nel 2011 che un gruppo di donne argentine hanno utilizzato nella loro protesta dopo l’ennesimo femminicidio. Questo grido si è trasformato in un urlo collettivo di enorme forze che in breve si è diffuso in tutto il mondo. In Italia “Non una di Meno” è nata a Roma è si è diffusa in tutta la nazione dando origine ad una rete di collettivi femministi e transfemministi.

“Non una di Meno” lo si può considerare il rinascente movimento femminista internazionale. «Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce».

Piazza della Repubblica, Roma, vicino alla stazione Termini fin dalle 12.30 inizia a riempirsi. Alla spicciolata arrivano gruppi di NUDM da tutta Italia, arrivano da Bologna, da Napoli, da Pisa da Padova, da Firenze da La Spezia da Lucca e da moltissime altre città assieme ad altre realtà, collettivi e associazioni.

Un grande autocarro aprirà il corteo, si posizione di lato all’obelisco di Dogali, sarà la mega consolle detterà i tempi del corteo. Circondato da una marea incredibile di persone tutto con i panuelos fucsia NUDM Roma richiama al senso di responsabilità «Non abbiamo bisogno di polizia per difenderci, e nemmeno di guardie che ci dicano come stare in piazza».

Poco prima della partenza, a fianco del camion, inizia la performance del Collettivo Our Voice, una danza simbolica in cui le artiste danzando in circolo, si aggrappano e si abbracciano l’un l’altra spezzando delle simboliche catene con la forza della solidarietà.

Poi la marea fuxia parte e quando il corteo inizia via Cavour c’è l’azione rumorosa dell’agitare le chiavi. Sono le chiavi di casa, che fanno sentire sicure ma che spesso ha anche l’assassino. Un gesto semplice che simboleggia la rivolta alla violenza domestica poi un grido fortissimo si alza “non mi difende la polizia mi difende mia sorella”.

Si prosegue tra soste e interventi come quelli di Di.R.E. di Lucha y Siesta,dei vari nodi di NUDM. Poi tutto tutte e tutti seduti in terra per un minuto di silenzio in ricordo di tutte le vittime di femminicidio, così come delle soggettività trans e non binarie uccise dall’odio omobitransfobico.

Poi la discesa verso piazza San Giovanni, ormai è scuro, la marea riempie gli spiazzi e gli interventi al microfono chiudono manifestazione “Ci vediamo nelle piazze, nelle strade, nei centri antiviolenza perché la lotta non è solo oggi. Sorella, io ti credo tutti i giorni”.

«Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che non hanno voce».

Di Bac Bac