di A. Gatto

Seguiamo con interesse il vostro lodevole impegno per far conoscere ai vostri concittadini gli spazi vuoti di Parco Icori e la loro bellezza, con risultati peraltro poco apprezzabili.
Ci sono vicende umane che sfuggono alla nostra comprensione di osservatori attenti e interessati, curiosi della vostra instancabile operosità.
Di tutto quello spazio vuoto e abbandonato benché facilmente accessibile e predisposto per i vostri svaghi, si discute fra noi come di una leggenda, un’utopia, lo si vagheggia come una terra promessa.


In attesa allora che la vostra comunità si accorga dell’esistenza del Parco e se la faccia piacere, avanziamo una proposta molto vantaggiosa per noi e poco impegnativa per la vostra comunità: l’istituzione, in una piccola porzione del Parco, di una comunità felina.
Sorvoliamo sulle dicerie che favoleggiano di moltitudini di topi fra le numerose discariche che circondano il Parco, sulla funzione di guardiani che potremmo avere: una nostra presenza sarebbe comunque un presidio difensivo contro la eventuale minaccia degli innominabili.
Facciamo piuttosto appello al vostro diffuso e antico sentimento di amicizia nei nostri confronti.

In città la vita per noi randagi non è facile. Scarseggiano le prede mentre abbondano le automobili, pericolosissime per la nostra popolazione.
Di fatto siamo costretti ad arrangiarci nelle numerose discariche, con i sacchetti sparsi della spazzatura e con l’offerta di cibo da parte di alcuni di voi, a volte di associazioni animaliste purtroppo fissate con la nostra sterilizzazione.
In realtà, come tutti gli animali, abbiamo bisogno di poco per vivere bene, cibo, libertà e assenza di predatori. Ci siamo abituati nelle vostre città ad un’esistenza parassitaria, ci siamo adattati alla vostra prossimità, alla vostra vita frenetica senza rinunciare alle nostre inclinazioni naturali, alla nostra oziosità contemplativa. Dormiamo molto e siamo silenziosi. Non siamo aggressivi se non con le rare prede, siamo maniaci della pulizia e ci azzuffiamo fra di noi solo nell’entusiasmante e furibondo periodo dell’amore.


Sappiamo della istituzione in alcune città di colonie di gatti e delle leggi nazionali (discutibili) in nostra tutela. Parco Icori, una sua minima parte, potrebbe esserci destinata, potrebbe ospitare una nostra comunità.
Quelli che si prendono cura di noi potrebbero farlo laggiù, dove non ci sono automobili, la vegetazione è folta, la vostra presenza, per ragioni appunto che non ci sono chiare, molto diradata e dove un pittore ha dipinto un bel bestiario di animali africani, che ci fanno ricordare le nostre origini selvatiche e avventurose.
Chissà che una nostra comunità non convinca qualcuno a visitare quel posto: in alcune città costituiamo un’attrazione.

Di Bac Bac