di Nino Cuffaro

Non si può proprio dire “buona la prima”. Il neo sindaco di Agrigento esordisce nel campo della viabilità cittadina riaprendo al traffico l’unico angolo di città pedonalizzato dalla precedente giunta: l’area prospiciente palazzo San Domenico. Si riapre al transito delle auto e si creano alcuni parcheggi, con il gradimento dei commercianti vicini e dei residenti. Indubitabilmente si tratta di un passo indietro nel decoro dell’area interessata, perché la visione della facciata del palazzo municipale e della chiesa di San Domenico ne risulta degradata dal contesto di traffico veicolare e dal parcheggio delle auto. Nel programma presentato per le elezioni amministrative appena concluse, Franco Miccichè parla poco della gestione della mobilità cittadina. Si limita ad accennare ai parcheggi da completare, menziona la necessità di rivisitare il Pum (Piano Urbano della Mobilità), senza però fare riferimento alle modifiche da apportare, e prevede il potenziamento delle piste ciclabili e l’istituzione del bike sharing. Nulla su eventuali pedonalizzazioni e su zone a traffico limitato e, soprattutto, sulla necessità di sviluppare forme di trasporto alternative all’uso del mezzo privato, realizzando per esempio la metropolitana di superficie Porto Empedocle-Agrigento-Aragona. Purtroppo, di questi temi, che sono centrali nello sviluppo della città, si è parlato poco nella campagna elettorale. Franco Miccichè, peraltro, si è sottratto volentieri a più di un confronto con gli altri candidati, sicchè risulta poco chiara quale sia l’Agrigento che pensa di realizzare nei prossimi anni. Ma s’è discutibile la rinuncia al confronto con gli avversari in campagna elettorale, perché ha privato i cittadini di un utile elemento di valutazione sui programmi e le attitudini personali dei diversi competitor, ora, a partita vinta, è necessario che il sindaco spieghi ampiamente alla città quale sia il suo progetto di mobilità urbana e quale idea di città sottintende.

Lo scenario europeo è molto chiaro. Tutte le città, in particolare quelle che custodiscono i luoghi e gli elementi architettonici più preziosi (Agrigento rientra nel novero), si muovono verso una mobilità ecologicamente sostenibile, con l’impiego di infrastrutture che massimizzano il trasporto pubblico penalizzando il traffico privato, escludendolo quasi del tutto dalle zone centrali. Quindi, si procede ovunque con la realizzazione o il potenziamento di tramvie, metropolitane, bus elettrici, car-sharing, piste ciclabili, bike-sharing, interdizioni di ampie zone al traffico privato, pedonalizzazione dei centri storici. È in questa direzione che vanno le “Smart city” di cui tanto si parla nel programma del sindaco. Le “città intelligenti” si qualificano proprio per una politica della mobilità che coniuga ambientalismo, risparmio energetico e riqualificazione del tessuto urbano. È banale dirlo, ma forse è utile ricordarlo, in una città con meno auto in giro si respira e si vive meglio: perchè si limita l’inquinamento atmosferico, perchè c’è meno rumore, perchè diminuisce l’inquinamento visivo. E ovviamente un bene architettonico (un palazzo e una chiesa come nel caso di Piazza Pirandello) si apprezza meglio se non è circondato da una distesa di lamiere. Franco Miccichè intendere incamminarsi nel solco delle migliori pratiche ambientaliste, oppure vuole percorrere una via diversa? Purtroppo, a leggere alcune righe del suo programma, ho qualche timore sulle intenzioni del sindaco e della sua squadra. A pag. 23, parlando della via Atenea e del centro storico, si fa riferimento alla necessità di un “adeguamento dei luoghi alle esigenze di abitanti, commercianti, esercenti, utenti e visitatori”. E no, signor sindaco: non sono i luoghi che devono adattarsi alle nostre esigenze, ma noi che dovremmo sviluppare modi di vivere compatibili con il cuore antico della città, se vogliamo salvaguardare quel senso di vissuto comunitario che quei luoghi hanno sapientemente incorporato nei secoli, e che costituisce la più grande ricchezza immateriale della città storica. Se questa è la direzione di marcia, c’è da pensare che difficilmente si faranno delle pedonalizzazioni e si perseguiranno politiche di contrasto al traffico privato. Così, però, si potranno soddisfare le inclinazioni miopi di alcuni commercianti e residenti, ma non si costruisce una città moderna e vivibile, capace di valorizzare il suo patrimonio culturale e in grado di essere sempre più accogliente per visitatori e turisti. Signor sindaco, confidiamo che arrivino sue delucidazioni e che le repliche siano migliori della prima.

Di Bac Bac