di Alfonso Lentini

Imbucare una cartolina con scritto “saluti da Firenze”, uscire per comprare il giornale, ficcare quattro elefanti in una Cinquecento (due davanti e due dietro), andare in banca ogni mese per ritirare lo stipendio in banconote, giurare su Dio, bere tamarindo, innamorarsi di Yuri Gagarin, sfogliare le riviste in sala d’attesa, usare rullini ILFORD, ricevere in regalo una sciarpa di lana fatta a mano, battere a macchina un documento, farsi crescere i capelli per protesta, comprare un disco o un CD e correre subito a casa per ascoltarlo, guardare con meraviglia bacinelle e innaffiatoi di moplen apparire coloratissimi nei negozi, bere Punt & Mes;

tenere in tasca gettoni per il telefono, aprire le lattine dei pelati con l’apriscatole, passeggiare a seno nudo in una spiaggia affollata, trascinare sino in stazione valigioni senza rotelle, cercare un indirizzo nell’elenco telefonico, incollare figurine nell’album con la colla amidina, stupirsi davanti alla prima porta che si apre con la cellula fotoelettrica, fischiettare passeggiando da soli, 

fare domanda in carta bollata, viaggiare in autostop, far rilegare un libro, fumare al cinema, provare ad avere visioni sciogliendo l’aspirina nella Coca-cola;

pagare con monete da 500 lire d’argento, vedere giornali porno esposti tranquillamente nelle edicole, girare la manovella del ciclostile per stampare volantini, filmare le gite con la cinepresa super-otto, indossare una pelliccia di visone, ricalcare un disegno con la carta carbone, avvistare dischi volanti, ordinare al bar la Coppa dei Piccoli, ridere ai funerali e piangere ai matrimoni, guardare la ruota dei 45 giri che gira dentro al jukebox, fermare una ragazza per strada e chiederle se accetta di farsi accompagnare a casa;

riascoltare la propria voce registrata col Geloso e trovarla brutta, farsi smarmittare la Cinquecento da un amico meccanico, giocare a flipper davanti al mare, sognare di partire, scrivere una lettera per chiedere scusa, mangiare tortellini con panna e prosciutto, sventolare bandiere rosse, disegnare piccoli rombi con le matite colorate su quaderni a quadretti, credere che sia tutto vero, guardare lo schermo del televisore che sfrigola in puntini argentati, buttare tutto in un unico cassonetto dell’immondizia, sperare in un mondo migliore.

Di Bac Bac